Sarà capitato a tutti noi di ricevere dalla maestra di italiano un compito a casa un po’ particolare: la corrispondenza epistolare con altri bambini.
All’inizio, saremmo rimasti sicuramente stupiti, avremmo iniziato a domandarci che cosa avremmo mai potuto scrivere ad uno sconosciuto.
Ma poi, mano a mano che l’estate andava avanti, la penna scivolava veloce..scrivevamo pagine e pagine, raccontavamo al nostro amico a distanza praticamente tutto: i nostri pensieri, le giornate trascorse al mare, i litigi con i nostri fratelli, la bambina dagli occhi verdi che ci aveva rapito il cuore…
E oggi, che la carta si usa sempre meno e nessuno scrive più lettere, ma al massimo manda un messaggio di Whatsapp o una email, esiste ancora l’amico di penna a scuola?
La risposta è no.
Qualche settimana fa un’insegnante di Palermo ha riproposto l’iniziativa, spinta dalla voglia di fare un tuffo nel passato e ritornare alla cara e vecchia lettera cartacea che profuma di inchiostro. E così, con l’aiuto dei social, ha postato un messaggio in un gruppo di docenti della serie: AAA…cercasi amici di penna…
Che cosa è successo? In poche ore è stata letteralmente sommersa di messaggi e commenti di altri docenti interessati a prender parte all’iniziativa coinvolgendo le loro classi di alunni.
Come dire: avevano tutti la stessa idea, la stessa voglia, ma nessuno aveva fatto il primo passo. E così, è partito questo esperimento che sta coinvolgendo diverse classi italiane, mettendo in contatto gli alunni mediante la corrispondenza epistolare.
Un antico metodo didattico, che però è in grado di stimolare gli alunni dal punto di vista emotivo, di spronarli a leggere e a scrivere con il piacere di farlo, ampliando il lessico e migliorando la grafia.